Il mio interesse per il suono ed il Gong in particolare, mi ha portato a sperimentare dal 2014 con il mio primo Gong la potenza di questo strumento, approfondendone la pratica prima come autodidatta, e poi frequentando un corso di Master Gong con un particolare orientamento all’utilizzo del suono come veicolo di processi di auto-equilibrio. E’ un’immersione in una magica atmosfera sonora e vibrazionale che avvolge completamente lo spazio in cui si trova. Un’esperienza che mi ha affascinato sin dal primo istante e che mi ha fatto riscoprire anche la mia passione per la musica e il suono sperimentando anche altri strumenti. Ho cominciato nel 2015 a tenere sessioni di bagni di gong e altri strumenti e continuo con passione facendomi guidare da questo meraviglioso strumento.
Che cos’è e come si svolge:
Il gong è un’antico strumento di origine sconosciuta. Viene menzionato per la prima volta all’inizio del VI secolo in Cina, dove appare la prima volta in una regione situata tra il Tibet e la Birmania. I Cinesi scrivono che l’origine del Gong risale ad una cultura più occidentale che alcuni storici credono appartenga alla zona nord-occidentale dell’India. Alcuni etnomusicologi ipotizzano che il gong possa avere avuto origine in Grecia per poi diffondersi verso l’India.
Il suono del gong
Ogni strumento musicale produce un “involucro sonoro” che è il suono iniziale generato dallo strumento quando viene preparato per suonare. Questo suono è abbastanza prevedibile per ogni tipologia di strumento ma non per il Gong. L’involucro sonoro del gong è come l’azione ritardata di un’onda che cade e poi ritorna ad un livello anche più alto. Nel suono del Gong questo movimento, simile ad un’onda di “picchi” e di “valli” porta l’ascoltatore a “viaggiare” sempre più lontano in maniera molto simile alle onde dell’oceano che ritornano e si creano di continuo. Il suono di ritorno del Gong viene descritto una volta da Yogi Bhajan (Mastro di Kundalini Yoga e di Gong) come il “risuonare”. Per il suono che ritorna o risuona il gong produce una sintesi complessa di sfumature fuse tra loro che permette all’ascoltatore di imparare ad ascoltare in un modo completamente nuovo.
Le sessioni prevedono che ci si sdrai su un tappetino ci si copra, si può utilizzare anche un cuscino per la testa, bisogna stare più possibili comodi; se per qualche motivo particolare non si riesce a stare sdraiati è anche possibile stare seduti su una sedia. Si comincia quindi a chiudere gli occhi, rallentare il respiro e comincia il bagno di gong. Si esce delicatamente dalla sessione risvegliando il corpo, facendo piccoli movimenti per stirare il corpo e si ritorna seduti; si termina per chi vuole, facendo un’eventuale condivisione verbale dell’esperienza.
I benefici
L’efficacia dei suoni a livello terapeutico non è certo cosa nuova, in India venivano frequentemente impiegati nei rituali di guarigione, partendo dal presupposto che l’uomo è nato dal suono ed è quindi suono egli stesso. I bagni di gong si prefiggono quindi lo scopo di favorire lo stato meditativo aiutandoci ad accedere alle parti di noi più profonde, superando i limiti del pensiero logico. Difatti i suoni, rispetto alla parola, riuscirebbero a far vibrare più intensamente la parte emozionale. Questo ci permetterebbe di riaccedere a memorie perdute, risvegliare sogni e in generale avere una maggiore comprensione di noi stessi favorendo la sensazione di essere parte di un tutto.